" Siete frettolosi? Fate altro, non dedicatevi alla cucina: non farebbe per voi. "
Lo chef Maurizio Conti è partito con un lungo apprendistato, conscio che quella fosse l'unica via per emergere con merito e senza scorciatoie.
Ha iniziato a osservare l'opera dei suoi genitori, a capirne i trucchi, a far sua la conoscenza delle materie prime. Il suo successivo confronto con i clienti gli ha quindi permesso di comprendere le aspettative, farle sue e cercare di soddisfarle.
Ricordate che il vero obbiettivo di un cuoco dovrebbe essere quello di mettersi al servizio del proprio ospite.
Lo chef prende esempio dalla frase del grande maestro di cucina francese, Escoffier, il quale porgeva sempre la stessa domanda ai propri commensali: "Che cosa posso servirvi"?
Certo, oggi i tempi sono cambiati, ma non mettetevi mai su un piedistallo; chi sta ai fornelli deve essere prima di tutto un grande artigiano, dedito a soddisfare al meglio le aspettative di chi si reca da lui.
Solo dopo aver fatto sua questa filosofia, acquisendo tutti i più importanti fondamentali per poter essere un bravo artigiano dei fornelli, si è deciso ad aprire il "Leonardo da Vinci", con l'obbiettivo di avere un hotel e un ristorante che puntassero all'eccellenza sia a livello di ospitalità sia a livello di cucina. Era nelle sue intenzioni avere una grande struttura alberghiera, con tutti i migliori comfort, ma soprattutto dotata di un ristorante indipendente, con una propria personalità, al servizio degli ospiti dell'albergo, ma in particolar modo orientato all'esterno come fonte di richiamo per l'intera struttura.
Una formula, quella che ha messo a punto, che negli anni gli ha regalato grosse soddisfazioni; consentendogli - senza mai aver paura di mettersi in discussione - di conquistare sul campo un ampio consenso di critica, ma soprattutto di pubblico, che è quello che davvero conta.
Tutto ciò gli ha aperto un mondo, e un format programmato inizialmente a tavolino, si è trasformato in una fonte di autentica e viscerale passione, tanto da fargli sentire il bisogno di compiere un ulteriore salto di qualità.
Infatti, oggi far bene da mangiare non è più sufficiente e l'avere un eccellente servizio, ormai andrebbe dato per scontato. Piuttosto, in questa fase storica della cucina è importante, oltre che soddisfare solamente il palato dei propri commensali, anche il loro cervello e il loro corpo; andando a proporre nuove offerte gastronomiche, sempre più attente e bilanciate, oltre che gustose ovviamente.
Un percorso continuo di confronto con i suoi collaboratori e in particolare con sua moglie Susy, che in tutto questo lungo periodo lo ha supportato (e sopportato!), spronato e stimolato.